Inferno sulla Teramo-Mare, la centralina svela che l'auto non era in avaria. Romeni denunciati per omicidio colposo

TERAMO – La macchina di tre giovani romeni, ferma in mezzo alla carreggiata della Teramo-mare, non era in panne. Lo avrebbe stabilito una veloce perizia tecnica effettuata da esperti della casa madre sulla centralina elettronica dell’Alfa 166 posta sotto sequestro dalla Polizia stradale di Teramo. ‘Salvata’ dall’ammasso di lamiere cui è ridotta l’autovettura dopo lo schianto contro il Tir che trasportava pollame – e il cui conducente è morto -, il dispositivo tecnologico ha potuto ‘raccontare’ agli investigatori se il mezzo abbia avuto o meno anomalie tali da farlo bloccare in piena notte e nel buio più completo, in un punto e in una posizione così rischiosa da causare, come poi è successo, una tragedia tale.

Denunciati per concorso in omicidio colposo. Le indagini degli esperti della Polstrada tendono a sottolineare la responsabilità dei tre cittadini romeni (dei quali due sono fratelli) nelll’omicidio stradale. Sono stati infatti denunciati per concorso in omicidio colposo; tutti e tre, non solo il conducente che materiamente ha parcheggiato l’auto in mezzo alla strada. Quella macchina non era in panne, dunque c’è da capire cosa stessero facendo i tre sulla superstrada e perchè oro hanno dichiarato il falso sullo stato della loro autovettura (che ha targa bulgara perchè di proprietà di una concessionaria di auto in Bulgaria).

il conducente ha la patente ritirata all’estero, multato. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto, c’erano soltanto i due fratelli e a bordo nessuno. Per questo motivo il bilancio dell’incidente non è stato più grave. Il terzo connazionale si era allontanato (perchè?) ed è stato rintracciato come avevamo anticipato ieri, nella sua abitazione di Teramo. Era andato a dormire, lasciando gli altri due sul luogo dell’incidente… Uno dei due romeni era vicino al portabagagli, scalzo (le ciabatte erano rimaste al posto di guida) e il fratello vicino al guard rail: proprio in corrispondenza, nella vicina scarpata di sterpaglie, c’erano scatoloni già impacchettati, che contenevano materiali edili, attrezzi e un computer. Erano stati rubati dall’azienda che si trova proprio sotto al cavalcavia e nel cui cortile è finito il Tir dopo lo schianto con l’Alfa 166. Una stranissima coincidenza. Che però non prova che i romeni fossero lì per caricare quel materiale e che fossero loro gli autori del furto, nemmeno a voler pensar male sulla base dei loro precedenti specifici. Ma il concudente qualcosa da nascondere ce l’aveva: appena arrivato in Italia, aveva presentato una denuncia di smarrimento della sua patente in Bulgaria, e a Teramo aveva ottenuto un documento che gli permetteva di guidare. Non era vero: la patente gli era stata ritirata in Romani perchè si era rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. Per questa falsa dichiarazione è stato denunciato alla magistratura, ma per non aver indossato il giubbino di sicurezza e non aver esposto il triangolo di emergenza, così come per aver guidato con la patente ritirata, pagherà una multa di 1.886 euro. Saranno espulsio dal territorio italiano ma avrebbero dovuto comunque farlo entro il 10 settembre per il precedente provvedimento del questore.

I rilievi: nessuna frenata. I rilievi sulla superstrada hanno accertato che Mario Fiorito, il 28enne di Corigliano Calabro (Cosenza) che guidava il Tir caduto dal cavalcavia, si è accorto della presemza della macchina allultimo momento, quando era troppo tardi per evitare lo schianto. Sull’asfalto non c’è traccia di frenata e il peso di un bilico con il carico pieno ha ridotto praticamente al nulla le possibilità di evitare l’impatto. Il camion aveva caricato le confezioni di pollame già pronto per la commercializzazione ad Ancona, ed era diretto nell’Aquilano per la distribuzione nei supermercati.